—
di Luca Pelosi (Il Romanista)
Nel 1931 e nel 1932 l’A.S. Roma organizza alla perfezione la coppa “Attilio Ferraris”. Calcio e ciclismo sempre insieme.
Il 10 maggio 1931 il capitano della Roma Attilio Ferraris IV è ancora una volta uno dei migliori in campo nella vittoria della Roma, che è in lotta per lo scudetto con la Juventus e vince 5-0 a Campo Testaccio contro la Pro Vercelli. Una bella domenica, iniziata nel segno del ciclismo per il calciatore più rappresentativo e più amato della Roma di Testaccio. Già, perché più si scava nella storia e più si trovano tracce di simbiosi totale tra calcio e ciclismo, nel mondo meraviglioso dell’A.S. Roma.
Il 10 maggio 1931 infatti si svolge la prima edizione della “Coppa Attilio Ferraris” di ciclismo, con l’organizzazione naturalmente a cura dell’A.S. Roma, che fin dall’inizio della sua storia non mette da parte “solo” successi agonistici, ma anche successi organizzativi. Non è una gara nata ex-novo, perché fino all’anno prima si chiamava “Coppa Maccarese”, ma alcuni problemi legati proprio all’organizzazione, e relativi a percorso e chilometraggio, avevano creato la necessità di una svolta. Ed eccola, grazie alla società giallorossa e al suo capitano calciatore, che, come racconta Il Littoriale, “ha messo a disposizione un dono pregevole per le speranze del ciclismo. Il percorso scelto per la coppa Ferraris si presta assai meglio di quello della corsa precedente per operare una più severa selezione di valori. E il chilometraggio non oltrepasserà i 150 chilometri, limite per i dilettanti. Il tratto Viterbo-Roma sarà nella seconda metà della gara, per evitare che gli eventuali distacchi conquistati dai migliori sui monti Cimini possano venir neutralizzati sui lunghi tratti in pianura. Attilio Ferraris stesso, il donatore della gara, daà il via alla numerosa falange di partecipanti e la sua sola presenza, la sua parola di incoraggiamento, dettata dall’inesauribile entusiasmo sportivo che è dote precipua del capitano dei giallorossi, sarà il migliore e più efficace sprone per i corridori romani a compiere grandi cose”.
La vittoria nella prima edizione va a Libero Levantini, corridore dell’A.S. Monti. Bravo il ciclista romano a far selezione in salita. Bravissima l’organizzazione dell’A.S. Roma: “Con puntualità encomiabile – si legge – il direttore sportivo della Roma, Peppino Stinchelli, dà il via alle 7 a un’ottantina di corridori”. Accanto a lui, Attilio Ferraris, che subito dopo la partenza viene accompagnato a Campo Testaccio per la partita contro la Pro Vercelli. Al secondo posto arriva Armando Latini della U.S. Romana e il primo ciclista della Roma è Marco Serotino, classificatosi sesto.
Il 26 giugno 1932 si disputa la seconda edizione, sempre lungo i monti Cimini e con arrivo a Roma. Armando Latini, passato all.A.S. Monti, si prende la rivincita e porta a casa la vittoria, dopo il secondo posto dell’anno prima. Gara molto diversa dalla precedente. In fuga vanno Arcangeli e Guarducci, due ciclisti umbri, che vengono ripresi da Tortolini, Di Cesare, Cerioni, Torti e lo stesso Latini. La mancanza di accordo in gruppo, però, consente ad altri inseguitori di rientrare e così invece della selezione che c’era stata l’anno prima, si forma un gruppo di testa composto da ben 17 corridori. La volata è molto interessante: Taddei, ciclista dell’A.S. Roma, si mette a ruota di Guarducci e a 200 metri dalla linea del traguardo è in testa, convinto di poter portare il successo alla squadra giallorossa. Latini però è altrettanto bravo a mettersi nella ruota di Cerioni, rimonta in maniera irresistibile e vince con quasi una macchina di vantaggio. “Latini si è meritato la vittoria – scrive Il Littoriale – ha scalato il Cimino con autorità, senza nulla perdere nel confronto con “grimpeurs” del valore di Arcangeli, Guarducci, Tortolini, Di Cesare e Cerioni. Ne ha valicato la cima a ridosso dei leader, è stato tra i primi a tornare in testa. Da quel momento la corsa è stata sua senza dubbi di sorta. Era il più veloce dei concorrenti e all’arrivo ha fatto valere le sue maggiori doti di velocità”. E il romanista Nello Taddei? “Gli è stato accanto, degnissimo avversario, è in progresso e confermerà il suo grado di forma nelle prossime gare”. Da segnalare anche il quinto posto di Secondo Tortolini, il sesto di Ennio Paolini, il settimo di Cesare Angelini e l’ottavo di Agostino Toccaceli (terzo nella sua categoria) per quanto riguarda le posizioni conquistate dai ciclisti dell’A.S. Roma. Il finale della cronaca, però, è il più importante: “I dirigenti della sezione ciclistica dell’A.S. Roma hanno organizzato alla perfezione questa gara. Stinchelli, Bernardini e Montagna hanno buona parte del merito per il successo che ha arriso alla Coppa Ferraris”.