«La bicicletta è il mio antistress. In questo gruppo c’è un’ottima organizzazione e Asci mi spinge a dare sempre di più»
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di Luca Pelosi (Il Romanista)
Amore all’improvviso. Per la bicicletta, per l’A.S. Roma Ciclismo. Va spesso così, per Riccardo Romani, uno dei volti nuovi della società giallorossa. La sua è una storia che inizia, appunto, all’improvviso. «Avevo sempre praticato tanti sport, anche diversi tra loro. Sempre con più di un amico che mi invitava a provare la bicicletta, mentre io non ci pensavo proprio. Invece otto anni fa ho provato con la mountain bike ed è stata una folgorazione. Sono salito sulla bici e non sono ancora sceso, né ho intenzione di scendere». Se scende, in realtà, è per passare dalla mountain bike alla bici da strada, con la quale da quest’anno gareggia per i colori giallorossi e sulla quale sale ogni volta che può per allenarsi. «In inverno mi alleno sui rulli, poi tra marzo e aprile ho uno stop forzato per via del lavoro, che però adesso sta finendo e quindi tra pochi giorni potrò riprendere. Mi alleno nel pomeriggio, un paio di ore al giorno, a seconda del programma. Prediligo le salite». Si sposta un po’, perché vive a Pontinia, e poi trova facilmente i percorsi adatti per un lavoro che non è sempre facile, perché per un ciclista la fatica è una compagna costante. «Mi fa stare bene. Mi rilassa. Quando ne parlo, più di una persona mi dice: “Ma come fai, al termine di una giornata di lavoro, a metterti in bici?”. Invece per me è scarico, mi porta via tutto lo stress della vita quotidiana, mi libero da qualsiasi pensiero. È l’unico momento per stare con me stesso e mi genera una situazione di benessere». Ecco perché una volta salito sulla bici non è più sceso.
L’incontro con l’A.S. Roma Ciclismo è recente. «Sono amico di Romina D’Angelis, che ottiene sempre grandi risultati. Abitiamo a una trentina di chilometri di distanza e spesso ci incrociavamo durante i rispettivi allenamenti. È stata lei a parlarmi della società. L’anno scorso tra l’altro le serviva un compagno che l’aiutasse e l’ho fatto volentieri, pur non essendo ancora ufficialmente un suo compagno di squadra. Però già ho iniziato a sentirmi parte del gruppo e così mi sono tesserato». Il primo impatto è stato più che positivo: «È un gruppo molto grande rispetto a quelli ai quali ero abituato, c’è un’ottima organizzazione. È bello trovare almeno 20 o 30 persone alle gare, scambiarsi idee, opinioni, coltivare rapporti e amicizie. È bello sentirsi parte di un gruppo vero e vedere persone che puntano su di te. Con il responsabile Nazzareno Asci ci sentiamo spesso, mi segue per capire come sto e mi spinge a fare di più».
Tra poco potrà cominciare gli allenamenti e quindi inizia il suo 2022. Un anno per il quale Riccardo ha le idee chiare: «Non penso tanto ai risultati, ma a una sfida con me stesso. Naturalmente cercando di fare sempre meglio. Fisicamente sono piccolino, amo le salite e le lunghe distanze, cerco di non mollare mai, ma anche nei percorsi pianeggianti mi difendo. Mi piacerebbe far bene alla granfondo di Latina, anche se avrò solo un mese di allenamenti, per poi puntare su qualche gara verso settembre». Non è tutto, però, perché proprio alla fine scopriamo che quando Riccardo parla di lunghe distanze, intende lunghe sul serio. «Ho già fatto l’everesting al Circeo». Già, ma cos’è? «Si tratta di mettere insieme il dislivello dell’Everest, cioè 8848 metri, in un giorno senza mai fermarsi. Vorrei fare il doppio». Calcolatrice alla mano, 17696 metri. E non è tutto: «Un altro obiettivo è quello di fare tutta una giornata in bici, già l’ho fatto percorrendo più di trecento chilometri, mi piacerebbe riprovare». Sempre con la maglia dell’A.S. Roma.