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di Luca Pelosi (Il Romanista)
Tre gare, tre vittorie. Domenica 24 maggio 1931 è una giornata storica per l’A.S. Roma Ciclismo, che occupa con le sue maglie non solo le strade e la principale pista di Roma, quella del Motovelodromo Appio, ma anche i podi di tutte le gare disputate in città. La conferma di un dominio che la società giallorossa ha saputo imporre già dai suoi primi anni di vita nelle strade della capitale. Particolarità della società romanista è anche il sapersi distinguere non solo per i risultati dei suoi atleti, ma anche per la capacità organizzativa.
La prima è il premio Stinchelli, prova valida per il campionato regionale Allievi e che si disputa su un percorso di 100 chilometri. Un trionfo, sia per l’organizzazione, che spetta proprio all’A.S. Roma Ciclismo e a Giuseppe Stinchelli, che ne è l’anima fin dai primi momenti di vita. Questa la cronaca del Littoriale: “La media oraria raggiunta, il numero e la qualità dei partenti sono in netto contrasto con la cronaca della gara: i migliori non sono riusciti a distaccarsi e un gruppo compatto di circa trenta corridori si è disputata la vittoria in una tumultuosa volata. Il numero di concorrenti giunti insieme al traguardo, sarebbe stato del resto ancor più forte, se due cadute successive, una a pochi chilometri e una a circa 8-900 metri dal traguardo non avrebbero pensato ad assottigliare un po’ il plotone. La gara si è imperniata tutta su un solo episodio: Massani, il grande favorito, forava una gomma a pochissimi chilometri dalla partenza. L’assenza del temuto leader metteva le ali ai piedi ai compagni, che per merito specialmente di Cerione, Valentini e Barattini (l’AS Roma non aveva interesse a forzare), mantenevano un tono sostenutissimo. Intanto Di Giacomo si attardava ad attendere Massani e i due giallorossi iniziavano un inseguimento quanto mai brillante, trascinandosi dietro parecchi elementi che avevano perduto contatto. Quattro o cinque chilometri dopo Civitacastellana, allorché Massani e Di Giacomo stavano per portare a buon fine la loro brillante fatica. Massani era ancora con una gomma a terra e non insisteva oltre, tagliando poi il traguardo a qualche minuto dai primi, e non firmando nemmeno l’ordine di arrivo. Di Giacomo raggiungeva il gruppo di testa, per non lasciarlo più. In un momento di rallentamento dell’andatura, parecchi altri elementi si ricongiungevano e al gruppo così compatto, sulla via relativamente angusta, il gran numero di ciclisti al seguito della gara rendevano quanto mai difficile il procedere e frequenti le cadute. Nella tumultuosa volata i giallorossi più tattici avevano ancora la meglio e il robusto Silvestri conservava sul traguardo una mezza macchina di vantaggio sul consocio Gentili. Gli altri tutti a ridosso in un fazzoletto. Nonostante l’ottima organizzazione e l’occhio clinico degli appassionati dirigenti la sezione ciclistica dell’A.S. Roma, Stinchelli, Bernardin e Montagna e degli altri membri della giuria, non fu possibile identificare le posizioni una per una dopo il quinto arrivato”.
Attenzione al nome del vincitore: Umberto Silvestri. Non è un nome qualunque, nello sport romano e nazionale. E torneremo a parlarne. Nello stesso giorno si disputa la seconda edizione della Coppa “Rupe Tarpea”, con partenza e arrivo in centro, ma per il resto un percorso che non impatta sulla vita cittadina. La vince un altro atleta giallorosso, cioè Sergio Salvioni. La corssa ha un inizio molto veloce. Si percorre la trasversale della Flaminia con la Salaria e pochi minuti dopo i corridori si trovano proprio sulla Salaria stessa che percorrono fino a Passo Corese. Lì, dopo due forature, si portano in testa Ricci, Latini, Galli e Montelpari. SI sale poi verso Montopoli, percorrendo una strada col fondo pessimo. Le forature non mancano, il gruppo si sgretola, a Montopoli è Latini a vincere il traguardo volante intermedio battendo Ricci, Salvioni, Pretti e Liberati. Buca anche Montanini, ma recupera in discesa. Si va poi in direzione Morlupo, la selezione è lenta ma inesorabile e davanti rimangono Serotino, Salvioni, Latini e Angelici. La salita è il terreno di Salvioni, che prima mette alla prova i suoi compagni di fuga con alcuni scatti e poi li lascia dietro. A Morlupo passa da solo e in discesa riesce ad aumentare il vantaggio sugli unici due che sembrano credere nell’inseguimento, cioè Latini e Angelici. Quarto è Serotino, che poi si fa raggiungere dal secondo gruppo. La fisionomia della corsa non cambia e Sergio Salvioni vince con quasi tre minuti di vantaggio su Armando Latini. A completare il trionfo romanista, il terzo posto di Cesare Angelici.
Dalla strada, alla pista. Al Motovelodromo Appio, che nel 1927 fu teatro delle prime partite dell’AS Roma, si disputa la Coppa Linari davanti a un pubblico numeroso. “La prova – riportano le cronache – è stata vinta dopo una bella battaglia dalla coppia giallorossa dell’AS Roma, Ghilardi-Sagoni, che hanno saputo imporre il loro veloce sprint ai temibilissimi avversari. Al secondo posto si è piazzata un’altra coppia giallorossa, composta da Quattrocchi e Cecconi, vincitori della prima prova della gara”. Ghilardi e Sagoni ottengono 46 punti, contro i 34 dei compagni di squadra e i 13 della terza coppia, cioè Simeoni-Franchini.
L’A.S. Roma Ciclismo vince tre gare in un giorno, di cui una giovanile e una su pista. Nelle strade di Roma, nell’impianto più importante e nelle strade della provincia. Non c’è terreno che non si colori di giallorosso in questo 24 maggio 1931 che merita di essere ricordato.