—
di Luca Pelosi (Il Romanista)
Mario Gentili è stato uno dei ciclisti più completi nella storia dell’A.S. Roma Ciclismo. Ottimo passista, al punto da conquistare la medaglia d’argento nell’inseguimento a squadre ai Giochi olimpici di Berlino 1936, vince in pista ma vince anche in strada, perché ha un ottimo spunto in volata. Staccarlo è molto difficile anche perché non gli mancano certo caparbietà e voglia di soffrire. Il terreno su cui inizia a vincere, però, è quello del ciclocross. O ciclocampestri, o ciclopodismo, per usare i termini dell’epoca. Una disciplina in cui la tradizione di successi romanisti è molto antica. Il 1934, in particolare, inizia sotto il segno di importanti vittorie, su cui spicca il campionato regionale, che abbiamo già raccontato.
In quel periodo comunque il ciclocross è molto popolare in città. Oltre al valore sportivo, proprio come oggi, c’è anche quello pratico, finalizzato alla preparazione invernale. Il 1934 è un anno di grande fermento. Dopo una serie di prove organizzate dalla Gazzetta dello Sport, compreso il campionato regionale, ecco la prova organizzata da “Il Ciclismo” e denominata “Coppa Ave Roma”, che si disputa l’11 febbraio 1934 tra Pietralata e Monte Sacro. Il numero e la qualità degli atleti è in crescendo e sono annunciati tutti i principali protagonisti del periodo. Molto atteso anche l’esordio tra i sentieri dei ternani Palla (vincitore nel 1933 del campionato Allievi organizzato dall’A.S. Roma) e Virili e del viterbese Cricchi. Molto atteso quindi il confronto con i migliori romani, tra cui spiccano gli atleti dell’A.S. Roma Ciclismo Mario Gentili, Pasquale Di Cesare, Pietro Chiappini, Agostino Toccaceli, Ascanio Arcangeli, Armando Latini, Andrea Piubello, Carlo Notari, Edmondo e Quirino Toccaceli, Mario Rocchi, Gino Bernabucci e Luigi Federici. Una squadra di primissimo livello che ha in Mario Gentili lo specialista.
E infatti vince. “La corsa svoltasi attraverso le strade e le campagne che circondano Monte Sacro, ha avuto l’esito che si prevedeva: la vittoria di Mario Gentili, il migliore del lotto”, scrive il giorno dopo il Littoriale, raccontando così la prova di Mario: “Risultava netto il distacco di classe e di preparazione tra un gruppo ristretto e l’altro composto dei rimanenti che nessuna sorpresa potevano provocare. Infatti, come appare dalla cronaca, quegli stessi che sono passati primi nei tre chilometri iniziali, hanno poi disputato la volata senza che mai accennassero debolezze e senza che mai gli inseguitori potessero minacciarli”.
Che Mario Gentili sia tra i più forti, non c’è dubbio. Se ne rende conto lui, se ne rendono conto gli avversari. Senza un errore di percorso, sarebbe arrivato primo con distacco, perché nel momento
delicato della corsa si trovava con un leggero vantaggio, tale da permettergli di arrivare solo senza i rischi di una volata. La gara è stata tutta qui: nel riuscito tentativo di Gentili di staccarsi dai compagni e poi, quando ha sbagliato percorso ed è tornato indietro unendosi ai primi che l’inseguivano, di impedire che il gruppo aumentasse di numero. E infatti ha condotto sempre in testa la gara aiutato molto da Di Cesare, che è stato attivissimo, e da Cerasa, che ha compiuto una bella gara.
Ed ecco la cronaca delle fasi finali: “L’ultima parte del percorso è stata velocissima, perché svolta su un tratto di strada eccellente. Il migliore è stato Gentili, un ragazzo specializzato in questa specie di corse. E’ di media altezza, robusto, elasticissimo. Nella prima parte, nel bosco, si è subito avvantaggiato. E’ disceso per la via asfaltata con rapidità, ha aumentato il distacco sulla scalinata seguente salendola con scioltezza notevole, non si è lasciato raggiungere nella terza parte tutta pedalabile. Quando credeva di aver corsa vinta, insieme con Toccaceli ha sbagliato percorso”. Niente da fare per gli altri, il più forte è sempre l’atleta dell’A.S. Roma Ciclismo: “In prossimità dell’arrivo i componenti il gruppo di testa prendono posizione per la volata. A 150 metri dal traguardo, Gentili scatta deciso e guadagna un lieve vantaggio che riuscirà a mantenere fin sotto lo striscione, cogliendo così una meritata vittoria. A una macchina segue Ricci e vicinissimo Toccaceli, Tamberi, Cerasa e Di Cesare. Gli altri giungono alla spicciolata”.
Un’altra vittoria, a coronamento di un grande inverno per Mario, che è soprannominato “Pippo”. E’ nato a Roma il 31 gennaio 1913, in Piazza Sanniti (San Lorenzo) e quinto di dieci figli, è da sempre a contatto con la bicicletta. Il papà, infatti, ha un negozio dedicato alle riparazioni delle bici, dove lui lavora insieme ai fratelli. Gli viene naturale quindi iniziare a correre in bici e nel 1932 si tessera con l’A.S. Roma. Vincerà ancora, sarà anche campione italiano nel ciclocross nel 1937, poi la sua attività viene interrotta da varie chiamate alle armi. Nel 1943 lo vediamo impegnato a salvare vite dopo il bombardamento su San Lorenzo. La sua attività ciclistica si conclude nel 1944, quando torna a dedicarsi al negozio di famiglia. Ma anni dopo lo si ritroverà come allenatore sia per l’attività in pista sia per quella in strada. E ne farà vincere tanti, come vinceva lui.