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di Luca Pelosi (Il Romanista)
Il 1967 è un anno chiave della storia dell’A.S. Roma Ciclismo, raccontata nel libro di Enzo Vicennati “A.S. Roma Ciclismo – 90 anni di storia in bicicletta”. L’A.S. Roma, infatti, si trasforma in S.p.A. e, dovendo abbandonare lo sport dilettantistico, chiude la polisportiva. La sezione ciclismo, affidata a Renzo Baldesi, non si ferma e continua a sfornare giovani promesse, tra cui spicca Giovanni Martella. “Nonostante abbia perso la protezione di mamma Roma Calcio – si legge sui giornali – la vecchia sezione giallorossa non ha voluto chiudere i battenti e grazie ad alcuni sportivi veramente di fede, continua imperterrita la marcia nel mondo del ciclismo”.
Giovanni Martella è di Pavona, correva con una squadra di Velletri e viene notato da Pietro Chiappini durante il Giro di Grecia. Martella vince spesso, ha grandi ambizioni, nel 1972 la Roma viene invitata al Giro d’Italia e gli organizzatori si offrono di pagargli le spese. Per gli altri bisognerà arrangiarsi. Ci pensa un ristoratore di Torvaianica a coprire le spese e Martella sarà secondo dietro G.B. Baronchelli, che ritroverà tra i professionisti. Al Giro del 1973 Martella è in fuga con un gruppetto, si stacca, ma viene ripreso e arriva secondo. È pronto per il professionismo e firma con la Scic. Anche il figlio, Massimiliano, è stato professionista con la Ceramica Flaminia.
Fuori dalla Roma Calcio, la sezione ciclismo ha meno risorse, ma non perde il suo orgoglio. Non si mette neanche a cercare sponsor. “Noi rappresentiamo la città di Roma – dice Pietro Chiappini – Non sarebbe bello scrivere accanto al glorioso “As Roma” il nome di un mobilificio o di un salumiere. Noi siamo per prima cosa tifosi della Roma. Della maglia giallorossa”.
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