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di Luca Pelosi (Il Romanista)
Uno dei ciclisti più completi nella storia dell’A.S. Roma Ciclismo, perché in grado di primeggiare su qualsiasi terreno. Pista, strada, ciclocross. Nato a San Lorenzo nel 1913, quinto di dieci figli, cresce lavorando nel negozio di biciclette del papà. A quindici anni inizia la sua attività agonistica di ciclista a livello dilettantistico per poi tesserarsi ufficialmente nel 1931 con la società “Concordia” di Roma. Nel 1932 passa all’”Associazione Sportiva Roma” e nel 1934 alla “Società Cisterna” di Cisterna, per poi tornare definitivamente alla “A.S. Roma” nel corso dello stesso anno. Vince il Campionato centro-meridionale di corsa ciclo campestre e il campionato regionale su strada. Ha il passo potente, è veloce e si difende benissimo in salita. Nell’ambiente lo chiamano “Pippo”, chissà perché. Nel 1935 fa parte del famoso quartetto giallorosso formato da Gentili, Latini, Rigoni e Bonfanti che si aggiudica il campionato nazionale a inseguimento a squadre, migliorando il primato olimpico della specialità e nel 1936 è argento olimpico nell’inseguimento a squadre. Per Gentili è l’apice di una carriera che nel 1937, dopo averlo visto vincere numerose selezioni, lo porta a classificarsi al primo posto nel campionato nazionale assoluto di ciclo campestre, svoltosi a Crenna di Gallarate.
Un successo ottenuto da dominatore, con un passaggio fondamentale nella tappa romana svolta il 24 gennaio 1937 nel parco dell’Appia Antica. Mario vince, riporta Il Littoriale, «alla sua solita maniera: distaccando tutti sin dall’inizio per non farsi più raggiungere». La sua gara è la copia fedele di quella della domenica precedente. All’Acqua Santa è già in prima posizione per qualche decina di metri e al traguardo arriva con un minuto di vantaggio su Guidi e Santolini, che lungo il percorso avevano sempre comandato gli inseguitori. Il secondo in classifica, però, è Angelo Olivi, anche lui corridore giallorosso. Come si spiega? «Domandatelo – tuona Il Littoriale – ai componenti della giuria, i quali hanno constatato personalmente un gran numero di infrazioni. Santolini, Capacci, Cariaccini e Guidi sono stati colti in flagrante e hanno scontato con la squalifica le loro malefatte». Cos’avranno mai combinato? Non si sa, ma si registrano pochissime proteste.
La gara, si diceva, viene dominata da Gentili fin dall’Acqua Santa, dove precede di qualche decina di metri un gruppo con Toti, Carlaccini, Capacci, Benucci, Toccaceli, Agostino, Angelici, Ghilardi, Scuderi e Russo. All’uscita del prato che fiancheggia l’Appia Pignatelli, Gentili aumenta il vantaggio e a seguirlo restano in quattro. Stessa situazione al passaggio sull’Appia Antica, poi il vantaggio arriva a 1’40”, con gli inseguitori a oltre 200 metri di distanza. Intanto Perna, uno dei rivali più accreditati, vincitore della selezione napoletana, cade e si ritira. Passata la metà gara, il gruppo rientra, i secondi di vantaggio sono solo 35 su Guidi e Santolini. Più staccati gli altri. All’ultimo giro Gentili ha 30″ su Carlaccini, non c’è più alcun gruppo. Gli altri arrivano alla spicciolata e sono Santolini, Guidi, Bertocchi, Angelici, Russo, Paradiso, Capacci, Ghilardi, Scuderi, Toti, Olivi. Gentili però ne ha ancora e chiude con 1 minuto di vantaggio su Guidi e Santolini, prima che la giuria stravolga la classifica assegnando il secondo posto a Olivi, giunto al traguardo con 2’20” di ritardo. «C’è poco da dire – chiude Il Littoriale – sia sulla terza vittoria consecutiva di Gentili, degno vincitore del campionato, sia sul comportamento degli avversari del vincitore, i migliori dei quali sono stati giustamente puniti per aver accettato aiuti lungo il percorso». Ecco cos’avevano combinato Guidi, Santolini, Carlaccini e Capacci.
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