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di Luca Pelosi (Il Romanista)
“AS Roma Ciclismo”, il libro sui 90 anni della società scritto da Enzo Vicennati, è un testo che non dovrebbe mancare in ogni libreria di ogni ciclista e di ogni romanista. Meglio ancora se le due cose coincidono, come coincidono le due società dal 1927. Il primo decennio di vita della sezione ciclismo spiega già tutto. Emoziona già la foto che ritrae un piccolo Spartaco Rosati, che segnerà la storia del club, a soli tre anni di età, accanto al campione del mondo Alfredo Binda. L’anima della squadra è Peppino Stinchelli, che era già a capo della sezione ciclistica della Fortitudo. Quando il nipote Fulvio, futuro giornalista, contrarrà il tifo, sarà proprio Peppino a procurargli il latte necessario per superare la malattia, andandolo a prendere in bicicletta. La società conquista subito grandi trofei, su strada e su pista, anche al Motovelodromo Appio.
Il libro ci fa scoprire gli eroi del primo decennio di vita della società. Alberto Ghilardi, olimpionico a Los Angeles 1932. Edmondo Toccaceli, tante vittorie, soprattutto la Coppa Italia nel 1935 con Servadei, Chiappini e Ceroni. Mario Gentili. Pista, strada, ciclocross. Argento a Berlino 1936. E poi Edoardo Taddei, Marcello Spadolini, due volte campione italiano dilettanti e ottimo professionista, e soprattutto Pietro Chiappini. Personaggio mitologico, fa parte del quartetto campione d’Italia nel 1935, correrà da professionista con Fausto Coppi, Gino Bartali e Learco Guerra.
Emozionano anche i documenti mostrati nel libro, la relazione generale AS Roma del 1928 e il numero unico “AS Roma” del 1935, dove la sezione ciclismo ha già 23 vittorie e una Coppa Italia. E sono “solo” i primi 10 anni.
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