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di Luca Pelosi (Il Romanista)
Il 20 marzo 1949 Spartaco Rosati vince la Coppa Cristallo con una volata irresistibile. Nello stesso giorno Franco Cacioni vince la Coppa Mariotti. Un altro giorno di trionfi giallorossi
Spartaco Rosati è nella fase finale della sua carriera, ma ha ancora molto da dare. Siamo nel 1949 e il mitico “Cecione” ha già ottenuto i risultati più importanti della carriera, su tutti il Liberazione vinto due anni prima. Quando però il 20 marzo 1949 si disputa la Coppa Cristallo, è tra i più attesi. E’ un giorno decisamente frizzante per il ciclismo regionale, perché si disputano anche la prima tappa del circuito UISP, la prima del circuito CSI e non solo. Ma, riporta il Corriere dello Sport, “la Coppa Cristallo per importanza merita il primo posto”. Al via ci sono ben 126 corridori ed è quindi una delle gare più partecipate nel mondo dilettantistico regionale. Il percorso è di 110 chilometri ed è una sfida molto attesa anche perché considerata una rivincita rispetto alla domenica precedente, dove a Civitavecchia la gara si è risolta in volata con la vittoria di Fossa su Gallotta e Antonelli. “Rivedremo volentieri i giovani quali Monti, Antonelli, Delle Monache, Fraticelli, che dovranno dare conferma o riprova delle loro possibilità. Rivedremo poi i grandi battuti. Da Rosati a Matteucci, da Brandani a Olivieri”. Rosati è pronto alla rivincita, quindi, ma anche ad affrontare nuovi avversari come Imperi, Mazzoni, Gregori e altri. “Cercare il favorito è difficile” scrivono gli esperti, colpiti nelle ultime gare dal giovane Bruno Monti, che è destinato a una carriera importantissima. Ma, si continua a leggere, “la Coppa Cristallo, gara veloce e, per tale ragione, difficile, non può permettere alle mezze figure di arrivare ai primi posti. E’ una corsa dalle tradizioni ottime, che vuole un vincitore dal nome altisonante”.
Partenza prevista alle 9 in Viale delle Medaglie d’Oro.
Fa freddo e piove, come nella “Coppa Mariotti”, gara dedicata agli Allievi, che vede una beneaugurante vittoria romanista. E’ Franco Cacioni a ottenerla, con il quarto posto di Roberto Lombardo a completare l’ennesima ottima prova di squadra.
La gara si rivela dura soprattutto per l’alto ritmo tenuto da tutti i partecipanti. Il percorso non presenta grandi asperità, si snoda per le strade di Roma Nord e, effettua un tratto di Via Flaminia per poi rientrare in città. Spartaco Rosati è tra i più veloci e riesce a partire al momento giusto in volata e a vincere a braccia alzate. Un risultato che ha un grande valore perché vede il ritorno al successo di uno dei migliori ciclisti dilettanti dell’epoca e per il valore degli avversari sconfitti. “Abbiamo illustrato il modo in cui Rosati è ritornato alla vittoria. Interessa invece conoscere ciò che hanno fatto gli altri, cioè i battuti. Vale a dire i Matteucci, i Brandani, i Mazzella, i Fioresta, monti, Antonelli, i fratelli Fraticelli”. Così scrive il Corriere dello Sport, che poi tesse ancora elogi per il giovane Bruno Monti di Albano, destinato a fare grandi cose, anche lui in maglia giallorosso: “Ci sembra fisicamente a posto e in buone condizioni per disputare buona gare. Fin dalla partenza Monti si è messo in luce e nel finale ha provato a cogliere il successo clamoroso. Questa volta ha tentato il suo colpo proprio in prossimità dell’arrivo, ma Fraticelli e Matteucci non si sono lasciati sorprendere e hanno riportato sulle ruote dell’audace il gruppo. Forse andrà bene una terza volta! Merita un bravo Tamburini al quale, poverino, non ne va bene una. Il socio dell’Indomita sa che per vincere ha bisogno di arrivare in poca compagnia e, anzi, possibilmente solo. E in ogni corsa tenta l’impossibile. Anche questa volta ha provato con una luna fuga, aiutato da altri generosi compagni che rispondono ai nomi di Delle Monache, Faggiani e De Santis. Il quartetto, del quale Tamburini era il più animoso, ha vissuto in vantaggio per molti chilometri, poi ha ceduto ed è stato raggiunto. All’arrivo non amncavano che una ventina di chilometri, forse meno che più. La corsa non ha languito in seguito e un altro gruppettino ha tentato di risolvere di forza la contesa. Tra gli altri abbiamo notato Brandani, molto migliorato, Malomo, Soderini, Morassuti, Scaccia e Bartoloni. Anello di congiunzione tra i fuggitivi e il gruppo, il maggiore dei Fraticelli, che faceva sforzi tremendi per ricongiungersi ai primi. Ma nel gruppetto di testa l’accordo era palesemente contrario e la fuga non era sostenuta come dovevasi. Malgrado giò, il gruppo non riusciva a recuperare i circa trecento metri di passivo che accusava. Soderini, poi, tentava di andar via solo, ma veniva raggiunto”.
Infine, qualche polemica: “Una deviazione improvvisa (di cui però gli organizzatori dovevano essere al corente e che dovevano evitare nel modo più assoluto perché ricca di pericolose rotaie e perché nel cuore della città), comportante una rampa sensibile dava modo al gruppo di ricongiungersi grazie agli scatti di Rosati, Matteucci e Taglianozzi. Cedeva invece improvvisamente Antonelli provato dalla fatica. Poi la volata anche essa disputata in una popolosa via (ma il comitato regionale perché concede il nulla osta per questi arrivi, ancora non lo abbiamo capito…). I velocisti e i più fortunati si facevano luce. Mazzella aveva la soddisfazione (e nel contempo la delusione) di arrivare secondo, Chiassai era quarto mentre l’anziano Ales, incredibile, era terzo. Così finiva la Cristallo. Il piò fortunato della giornata: Gallotta, che nel momento in cui la gara sembrava dovesse decidersi, rompeva la catena. Prima di chiudere, un elogio per Taglianozzi, molto bravo anche se sfortunato, e per Luciano Fraticelli. Chi non ci ha convinto è stato il campione laziale degli Allievi, Frontoni”.
Negli Allievi, come nei grandi, vince sempre l’A.S. Roma.