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di Luca Pelosi (Il Romanista)
Il 16 luglio 1956 Alberto Emiliozzi vince il Gran Premio Magliana dopo 100 chilometri di fuga e Giuseppe De Santis vince il Gran Premio Appia
E’ un’altra grande giornata per l’A.S. Roma Ciclismo, domenica 15 luglio 1956. A Roma si disputano tre gare e la società giallorossa ne vince tre. La più importante è quella che vede protagonista Alberto Emiliozzi, che a coronamento di una lunga e solitaria fuga, durata circa 100 chilometri, vince per distacco la II edizione del Gran Premio della Magliana. Le cronache dell’epoca concordano: la vittoria ha arriso all’atleta più forte, al più meritevole, al più generoso. Questo il commento del Corriere dello Sport: “La corsa è stata interessante, attraente e movimentata per tutta la sua durata, quantunque dopo il terzo giro si sia ridotta a un monologo dell’entusiasmante Emiliozzi, che con una azione sempre più poderosa, decisa e incalzante continuava ad aumentare il suo distacco sui più diretti inseguitori. Ma proprio perché il suo più vicino avversario era l’ormai anziano, ma pur sempre bravo Trapè, la lotta è stata accesa: questi si è dimostrato come il più accanito, il più deciso a non cedere dando alla corsa un volto particolare: quello di una gara combattuta, ricca di emozioni e di fasi brillanti. Sembrava di assistere in un incantevole scenario alla drammatica lotta di due diverse età. Da una parte un atleta nel pieno della sua giovinezza, già ambientato nel regno della vittoria, dall’altra un valoroso se pur anziano corridore, Ardelio Trapè, che merita senz’altro l’appellativo di “Bartali dei dilettanti regionali” per la sua età che ormai si avvicina alla quarantina, deciso a tutti i costi a non arrendersi. La gara, risoltasi come si prevedeva con la vittoria del più giovane, del più intraprendente tra tutti, non ha certo sminuito la generosa prova dell’anziano corridore laziale, ma la sua tenacia è valsa a dare maggiore valore alla prova del vincitore”.
Giusto rendere i meriti a Trapè, il cui fratello, Livio, sarebbe diventato campione olimpico quattro anni dopo da atleta dell’A.S. Roma Ciclismo, ma naturalmente l’attenzione va tutta sul vincitore: “Ma eccoci appunto a parlare del bravo Alberto. La selezione determinata al termine della gara sarà sufficiente a dare la precisa idea della poderosa azione messa in atto dal giallorosso. Oltre che delle difficoltà del percorso, un tracciato da ripetersi sei volte, che a vari strappi non certo facili univa anche la dura “rampa dei pisciarelli”. Perciò quando, durante lo svolgimento del secondo giro, Emiliozzi ha dato inizio alla sua fuga solitaria, il tentativo è parso avventato, immaturo, destinato a spegnersi come un fuoco di paglia. Però man mano che il suo vantaggio prendeva consistenza, cominciavano a essere chiare anche le intenzioni e le reali possibilità dell’atleta e insieme ai risultati che potevano derivare dal suo tentativo. Dapprima il vantaggio fu di decine di secondi, poi un minuto, aumentando di un minuto circa ogni giro fino a raggiungere i 6’30” al traguardo finale”.
La gara, ottimamente riuscita sotto ogni punto di vista, ha messo in luce la classe di Emiliozzi, il suo perfetto stile, doti non comuni per un atleta veramente completo. Apparso infatti agile nei tratti pianeggianti, non è stato da meno sulle salite dure e ancor più deciso è stato nel momento in cui ha iniziato la fuga. Oltre a lui hanno impressionato favorevolmente Trapè, Barbarossa, altro romanista, Marcotulli e ancora Fortini, Malfatti e Corridi. A proposito di Vinicio Corridi, il giallorosso è stato penalizzato da una contusione al ginocchio sinistro riportata durante una gara in Scozia. Il distacco inflitto dal vincitore ha determinato una selezione che rispecchia il reale valore di ciascun corridore.
La cronaca è quindi breve: “Dopo una fuga iniziata da Menichelli, Lepore, Corridi, Malfatti, Emiliozzi, Iavona, Trapè e Fortini durante il primo giro, iniziava al secondo passaggio per Ponte Galeria la fuga di Emiliozzi. Ben presto la lotta era limitata alla conquista delle posizioni d’onore. Da questo momento ogni traguardo era sicuro appannaggio del giallorosso. Naturalmente era suo anche il Gran Premio della Montagna posta in cima alla salita dei Pisciarelli. Un gran successo per l’A.S. Roma anche a livello di squadra, perché arriva pure il premio di rappresentanza”.
Nello stesso giorno si svolte il Gran Premio Spuma Appia, valido per la seconda prova del campionato Esordienti. E vince ancora l’A.S. Roma, col bravo Giuseppe De Santis. Il giallorosso vince in volata e anche se non sono mancate le fughe, un arrivo del genere era previsto fin dai primi chilometri a causa di un percorso breve e con poche asperità. “Orbene – scrive Ignazio Fiocchi sul Corriere dello Sport – a spulciare nel taccuino, ci accorgiamo che l’episodio centrale della corsa si è avuto allorché Marzura e Festa, come diremo più avanti, hanno inarcato la schiena e, quasi andasse a fuoco il sellion della loro bicicletta, si sono catapultati verso il traguardo, alla ricerca di una affermazione squillante. Sogni di ragazzi. Dietro, hanno imbraccato il fucile e la coppia ci ha rimesso presto le penne. Quando, poi, tra i componenti del gruppetto, che ha alla fine disputato la volata, è spuntata la maglia di De Santis, il nome del probabile vincitore è uscito per forza di cose”. Questa la cronaca: “I primi chilometri, pur condotto ad andatura tutt’altro che riposante, non fanno registrare sommosse in seno al plotone. Comunque già una ventina di corridori appaiono in difficoltà e a poco a poco perdono di vista la coda del serpente multicolore. Verso Frascati sono in parecchi a tentare l’allungo decisivo. La salita è senz’altro invitante, ma nessuno trova nelle proprie gambe i mezzi sufficienti per portare fra sè e gli avversari una ragguardevole fetta di strada. All’ingresso della cittadina Marzura e Festa, con uno scatto rabbioso, tentano di dire addio alla compagnia. E invece il loro è soltanto un arrivederci. Ecco che un plotoncino di circa venti unità organizza la caccia ai due, e in pochi chilometri riesce a mettere il sale sulla coda dei fuggitivi (proprio in questo momento Marzura compie un volo da fare accapponare la pelle ed è un miracolo che si rialzi più arzillo di prima).
Il tentativo è dunque fallito, ma il grosso si è ormai spezzettato in più gruppi, con i venti di testa che marciano a pieni pedali onde evitare la burla di un ricongiungimento generale (la qual cosa ha un esito positivo). La volata finale, lungi dall’essere incerta ed entusiasmante, trova il suo dominatore nel giallorosso De Sanis, che con uno sprint irresistibile mette tutti nel sacco, facendo incetta di applausi. Dietro la sua ruota aerea sfrecciano, nell’ordine, Pergola, Bisceglie e Capenti, seguiti dagli altri componenti il drappello di avanguardia”.
Tutti dietro, davanti una squadra sola. Dilettanti o giovani che siano: è l’A.S. Roma Ciclismo.