Le medaglie olimpiche dell’A.S. Roma Ciclismo: dopo Ghilardi nel 1932, ecco l’argento nell’inseguimento a squadre di Berlino 1936 con Mario Gentili, che fu campione d’Italia nel 1935 insieme a Rigoni e Latini
—
di Luca Pelosi (Il Romanista)
Non s’è ancora spenta l’eco delle medaglie olimpiche di Pechino 2022 e, tornando all’estate scorsa, di Tokio 2020. E negli occhi abbiamo tutti quelle del ciclismo, soprattutto l’oro dell’inseguimento a squadre. Una tradizione italiana, una tradizione romanista. Dopo Alberto Ghilardi, protagonista dell’oro di Los Angeles 1932, c’è un altro solco giallorosso in questa storia. Lo scava Mario Gentili, detto “Pippo”, quattro anni dopo a Berlino. È abituato a segnare solchi sulla strada con le sue biciclette fin da piccolo. È il quinto di dieci figli e lavora con due dei suoi fratelli nel negozio di riparazioni e costruzioni di biciclette del papà, Antonio, nel quartiere di San Lorenzo, dov’è nato il 31 gennaio 1913. Gareggia fin da piccolo e, dopo gli inizi da dilettante con la “Concordia”, nel 1932 si tessera con l’A.S. Roma Ciclismo.
Non si fa mancare nulla, né la pista né il cross, ed è proprio nel campionato centro-meridionale di cross che ottiene, nel 1934, la prima significativa vittoria. Vince poi anche il campionato regionale, anche su strada.
È un ciclista completo, va forte anche in salita, è ben voluto da tutti e si fa chiamare “Pippo”. È uno dei punti di forza dell’A.S. Roma, squadra che in quel periodo ruota intorno a lui, Chiappini, Spadolini e Taddei. E che nell’inseguimento a squadre vince il campionato italiano il 14 luglio 1935, proprio sulla distanza olimpica dei 4000 metri. In squadra, oltre a Mario Gentili, ci sono anche Severino Rigoni e Armando Latini, che andranno a far parte del quartetto di Berlino. Insieme a Bonfanti battono il record olimpico. Un anno dopo, però, in Germania non c’è Bonfanti, ma Bianco Bianchi. La maglia non è più giallorossa, bensì azzurra e il 6 agosto 1936 Bianchi, Gentili, Latini e Rigoni iniziano battendo il Canada con quasi dieci secondi di vantaggio. Due giorni dopo nei quarti di finale superano la Gran Bretagna con 3,6″ di vantaggio, salvo ritrovarsela di fronte anche in semifinale, alla luce del ripescaggio dei britannici. Che rendono la vita più dura agli azzurri, anche stavolta però senza successo. Il quartetto quasi tutto giallorosso è più veloce di 8 decimi e si guadagna così la finale contro la Francia. Lì purtroppo non c’è niente da fare, i francesi, che avevano quasi sempre fatto registrare tempi migliori, tengono fede al loro ruolo di favoriti e vincono. In Italia torna comunque una bellissima medaglia d’argento, che impreziosisce ulteriormente la bacheca dell’A.S. Roma Ciclismo.
È l’apice della carriera per Mario Gentili, che nel 1937 vincerà anche un titolo nazionale di cross, confermando la sua poliedricità. Il vero specialista della pista era Severino Rigoni, che otterrà importanti successi nelle Sei Giorni, mentre Gentili, passato professionista nel 1937, vedrà il prosieguo della sua carriera notevolmente condizionato dalle vicende belliche. Tornerà comunque a vincere il titolo italiano di cross nel 1942, anno in cui essere campioni d’Italia per la Roma è normale… L’anno dopo, invece, sarà tra i più attivi nel salvare gli abitanti del suo quartiere, che è sempre San Lorenzo, devastato dai bombardamenti. Non abbandonerà mai la bicicletta e in seguito si dedicherà all’attività nel negozio di famiglia e sarà allenatore sia nell’attività su pista sia in quella su strada, contribuendo peraltro alla mitica vittoria di Bruno Monti, ciclista fortissimo che aveva iniziato nell’A.S. Roma, nella Roma-Napoli-Roma, gara in cui Monti staccò Fausto Coppi.
Il tutto sempre con una medaglia olimpica nel cassetto, tutta giallorossa.
—
Acquista A.S. Roma Ciclismo – 90 anni di storia in bicicletta (di Enzo Vicennati) e rivivi le gesta dei campioni giallorossi!