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di Luca Pelosi (Il Romanista)
Tra i successi del 1957 spicca il Trofeo Zanetti, organizzato da illustri tifosi giallorossi e vinto da Giorgio Leonardi. Quattro atleti dell’A.S. Roma nei primi cinque.
Estate romanista, quella del 1957. Il 24 luglio è un’altra giornata di gloria per l’A.S. Roma Ciclismo, con ancora una volta tanti legami con il calcio. Il giorno di gloria avviene in occasione di una gara che parte da Roma e arriva a Borgo Collefegato, in provincia di Rieti. Era un’idea di Giuseppe Zanetti, padre del giornalista Gualtiero, cronista della Gazzetta dello Sport di cui poi sarebbe diventato direttore. Idea che nacque nell’osteria dei fratelli Catena, da anni ritrovo di tanti tifosi romanisti. E quel giorno c’era anche Angelo Meschini, che insieme a Memmo Montanari è considerato uno dei padri del tifo organizzato romanista, oltre che fondatore della rivista “Il giallorosso”. Meschini, peraltro, era proprio di Borgo Collefegato. Giuseppe Zanetti non vide realizzarsi la gara, che fu intitolata alla sua memoria. “A lui piacevano queste cose – scrisse il Corriere dello Sport – perché era sereno e allegro, sapeva prendere la vita in questi suoi aspetti gioiosi ed era pronto allo scherzo e alle iniziative. Se hanno intitolato la gara alla sua memoria è soltanto per questo. Se gli amici, tutti, dal “barone” Rizieri a Catena, da Agostino Rosa a Sicardi, da Startari a Bianchi, da Peppe Spositi a Mario Antonacci, hanno voluto seguirà ed essere presenti al pranzo assieme a Gualtiero è soltanto perché hanno sentito che Giuseppe Zanetti sarebbe stato ugualmente con loro e lo sarebbe stato di più se non si fosse parlato, se ogni cosa fosse fluita via senza retorica e senza discorsi”. E anche qui tornano nomi importanti, da Mario Antonacci, uno dei più grandi tifosi romanisti del periodo, a Giuseppe Startari, che della Roma calcio era stato direttore sportivo.
“Il percorso della Roma-Borgo Collefegato è quanto mai interessante, vario e suggestivo – riferisce il Corriere dello Sport – Esso si snoda fino a Rieti attraverso un paio di arrampicate di discreto calibro, poi si interna verso Avezzano. La strada panoramica e tortuosa raggiunge presto la riva del lago di Borgo San Pietro, un gioiello che l’opera dell’uomo ha costruito costringendo la natura entro limiti definiti. La strada costeggia il lago in una ininterrotta serie di curve e controcurve, poi si inerpica improvvisamente verso il Borgo. Sale con pendenza notevole, affronta un paio di impennate e infine torna ad essere pianeggiante fino all’arrivo. Su questo percorso era facile prevedere una bella corsa e la corsa di fatto è stata varia, interessante e agonisticamente sostenuta”.

1957 Esordienti premiati per numero vittorie e tesseratti con il DS Chiappini
La vittoria è andata a Giorgio Leonardi, dell’A.S. Roma Ciclismo, che non vinceva una gara da qualche mese. Così viene descritto: “Leonardi è un ragazzo apparentemente sempre allegro. Ride e il suo viso non è mai rabbuiato. In corsa ride, quando scala le montagne ride, quando si lancia a velocità pazza nelle discese ride. Se Leonardi incontra la sfortuna sulla sua strada, se la crisi lo attanaglia, allora la fatica si trasforma in smorfia, i lsuo sorriso gli piega l’angolo della bocca e la sua espressione diventa di sacrificio. Guardate Leonardi in viso e vi accorgerete se può vincere. Guardategli il sorriso e saprete se è in forze. Oggi Giorgetto sorrideva prima di Rieti, sorrideva quando se ne stava in gruppo staccato di due minuti dai primi, sorrideva ancora quando è partito assieme ad altri alla controffensiva, sorrideva e ha vinto. La vittoria, dal punto di vista tattico, se l’è costruita con notevole abilità, mantenendosi nel folto gruppo (ma con gli occhi bene aperti) fino a Rieti, controllando meglio la situazione nel tratto successivo, andando alla controffensiva ancorché due laziali (Marcotulli lo aveva lasciato in salita e andava a dar manforte a Maggini che accusava stanchezza) si trovarono al comando contro un solo romanista, cioè Livio Trapè, infine disputando una volata da atleta superiore. Questa la vittoria di Leonardi che sorrideva felice. Sul piano del vincitore, per meriti agonistici, vanno classificati molti altri concorrenti. Marcotulli ad esempio, che è apparso in netta ripresa rispetto ad altre prove e sembra entrare nel pieno della forma. Egli ha operato un allungo in salita che ha determinato il fallimento della fuga di Maggini e Livio Trapè, che era stata imbastita qualche chilometro dopo l’uscita da Rieti. Gli stessi LIvio Trapè e Maggini, generosi nel condurre la fuga stessa e traditi, l’uno dalla volata conclusiva e l’altro dal non essersi completamente ristabilito da un malessere accusato nei giorni scorsi. Interessantissima la prova di Rosa, vivace e coraggioso nella parte iniziale della corsa, nella quale ha condotto per un lungo tratto in solitudine. Rosa ha forzato troppo prima della prima salita, senza riuscire a trarre un vantaggio adeguato, quindi, appena è stato ripreso, è crollato”.
Questa la cronaca della gara: “La corsa ha avuto un avviamento velocissimo. Qualche scaramuccia iniziale alla quale hanno preso parte Dei Giudici, Farina e Aru ha contribuito a tenere alta l’andatura. Verso il quarantacinquesimo chilometro parte con decisione Rosa. Il brasiliano va via con notevole andatura ma forza troppo per poter resistere a lungo ed è più coraggioso che efficace. Infatti il suo vantaggio, che tocca nel giro di cinque chilometri il minuto, si mantiene poi costante nonostante i continui allunghi. Sull salita dell’Ornone, al chilometro 64, Rosa ha un vantaggio di 40 secondi su Salvatori e Maggini e di un minuto su Grillotti, che guida il gruppo leggermente sgranato. A Torricella, chilometro 70, Rosa è ripreso da Maggini e Salvatori, mentre Ardelio Trapè, uscito dal gruppo, è anch’esso sui primi. Dopo San Giovanni reatino Marcotulli rientra da solo, mentre Rosa improvvisamente cede di colpo. Rientrano successivamente Morucci, Grillotti, Marzullo e Bonafaccia. A Rieti anche il grosso è sui primi. Mancano una settantina di chilometri all’arrivo. Maggini prende l’iniziativa dell’attacco, Livio Trapè lo raggiunge e insieme inscenano una fuga. Il margine del vantaggio oscilla ben presto tra il minuto e il minuto e dieci, ma poi si stabilisce e i due danno segni di stanchezza. Dietro sono scatenati e come inizia l’ultima salita Marcotulli lascia il grosso e va a riprendere i primi, anche Leonardi, Marzullo, Fioramonti, Fortini e Grillotti rinvengono e nel successivo tratto pianeggiante si trovano in sette al comando: Leonardi li batterà tutti in volata. Sorridendo”.
Il trionfo giallorosso è completo leggendo la classifica. Dopo Leonardi c’è il laziale Marcotulli e poi altri tre romanisti, cioè Domenico Marzullo, Paolo Fortini e Livio Trapè. Ancora una volta l’A.S. Roma Ciclismo domina.