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di Luca Pelosi (Il Romanista)
“Non c’è che dire, il ciclismo romano si è posto all’avanguardia nelle prime battute della stagione ciclistica. Tre gare di rilievo sono state disputate fino ad oggi: la Milano-Torino per professionisti seconda serie e indipendenti; la Coppa San Geo a Cremona e il G.P. d’Apertura a Napoli (valevole per il Trofeo Corridori Caduti per la Patria) e tutte e tre sono state vinte da atleti tesserati per squadre di Roma. Chiappini ha prevalso nella ventisettesima edizione della più anziana corsa nazionale; Elio Bertocchi si è imposto nelle due prove dei ‘puri’”. Così inizia l’approfondimenti del “Littoriale” del 10 marzo 1942, nel bel mezzo di una stagione sportiva che vedrà l’A.S. Roma Calcio conquistare il primo scudetto della sua storia. Certo, in casa giallorossa l’umore non è dei migliori perché due giorni prima è arrivata una sconfitta contro il Genova per 2-1 che ha consentito a Venezia e Torino di superare i giallorossi in classifica, e nessuno può sapere che sarà comunque la Roma a trionfare a fine stagione. Però il ciclismo regala sorrisi, con Mario Gentili che ha appena vinto il campionato italiano di Ciclocross e con Pietro Chiappini, giallorosso da sempre e per sempre, che ha appena replicato il successo alla Milano-Torino ottenuto nel 1941. Lo ha fatto completando il percorso in 7h34’00”, precedendo i connazionali Osvaldo Bailo e Salvatore Crippa.
“E’ un bilancio del quale possono giustamente essere orgogliosi i dirigenti del movimento ciclistico regionale che possiede inoltre, per merito di Adolfo Leoni, il massimo titolo nazionale e di Mario Gentili, atleta dell’A.S. Roma Ciclismo, quello delle corse campestri – specifica il Littoriale – Non si può pensare che i successi dei corridori della zona di Roma si succederanno a getto continuo, comunque i risultati delle prime prove dell’annata confermano quanto è già stato dimostrato nelle recenti stagioni e cioè che la regione può reggere il confronto con qualsiasi altra zona perché possiede elementi di elevatissima classe. In campo ciclistico la regione non ha mai raggiunto il livello attuale ed è ai primissimi posti”.
Spicca il secondo successo di Pietro Chiappini alla Milano-Torino, la corsa ciclistica più antica del mondo, essendosi disputata per la prima volta, ideata e organizzata dal Veloce Club Milano, nel 1876, quando otto corridori si sfidarono per la prima volta sul percorso fra le due città, in sella a primordiali biciclette. Solo quattro corridori su otto arrivarono però a Torino. La corsa fu poi riproposta solo quasi vent’anni dopo e, annualmente, dal 1913 con qualche interruzione negli anni 20.Oggi si disputa in autunno, negli anni 40 era una classica del mese di marzo. Prima di Chiappini, l’avevano vinta, tra gli altri, Costante Girardengo (5 volte), Giuseppe Olmo e Pierino Favalli. Dopo di lui la vinceranno campioni come Fiorenzo Magni, Ferdi Kubler, un altro romanista come Nello Fabbri, Vito Taccone, Franco Bitossi, Roger De Vlaeminck, Giuseppe Saronni, Francesco Moser, Gianni Bugno, Laurent Jalabert, Michele Bartoli, Danilo Di Luca, Diego Ulissi, Rigoberto Uran, Thibaut Pinot, Primoz Roglic e Mark Cavendish.
In pochi l’hanno vinta due volte di seguito. Anzi, solo altri quattro oltre a Pietro Chiappini, e cioè Costante Girardengo, Pierino Favalli, Vito Ortelli, Rolf Golz. Dopo il successo del 1941, così il Littoriale celebra la replica, nel 1942: “Pietro Chiappini ha vinto per la seconda volta la Milano-Torino. Non è andato tutto liscio nella volata che ha concluso la competizione, ma fortunatamente a un giudice di curva non è sfuggita – e tutti i presenti l’avevano notata – l’irregolarità commessa da Mollo in favore di Bailo e ha fatto tornare sulla primitiva affrettata decisione la giuria, che se l’era cavata in modo un po’ troppo semplicistico. E Chiappini è stato messo al primo posto, quel primo posto che Bailo non avrebbe potuto assolutamente togliergli, senza la spinta di Mollo. Il romano ha così subito corrisposto alla fiducia riposta in lui dai dirigenti”. L’articolo va poi nel dettaglio della gara: “La corsa non è stata granché. Il percorso troppo lungo ha smorzato le velleità nel tratto iniziale; parecchi atleti si sono dimostrati ancora a corto di lavoro. Comunque nel finale – in salita specialmente – non sono mancate fasi vivaci e Chiappini ha figurato sempre tra i primissimi, rivaleggiando anche con gli scalatori e superandoli nei tratti più duri. Le superiori doti di velocità, ma anche la maggior freschezza, gli hanno poi consentito di dominare nell’episodio conclusivo. Chiappini ha dunque già raggiunto – fedele alle tradizioni – un eccellente grado di forma e sin d’ora va considerato come uno dei più quotati protagonisti della Milano-Sanremo, corsa che ha sempre registrato sue belle imprese”. L’anno prima Chiappini era arrivato terzo, nel 1942 sarà quindicesimo. Nulla che oscurerà la sua impresa alla Milano-Torino.
Riguardo ai successi di Elio Bertocchi, che avrebbe vestito la maglia dell’A.S. Roma Ciclismo nel 1945, il Littoriale annota: “Malgrado non avesse nulla a che vedere con la ‘prima’ dei professionisti, non ha tardato a confermare che la segnalazione aveva fondamento e il vincitore della ‘San Geo’ ha spadroneggiato nella Coppa Migliaccio a Napoli che, quale prima prova del Trofeo Corridori Caduti per la Patria, ha raccolto al via elementi di ogni regione italiana”.
Il ciclismo romano va per la maggiore nel 1942, con le vittorie di atleti legati a qualsiasi titolo all’A.S. Roma Ciclismo. Se Mario Gentili è campione ciclocross in maglia giallorossa, vicenda che Il Romanista ha già raccontato, Pietro Chiappini è professionista ma ha già un marchio “A.S. Roma” che tutto il mondo del ciclismo gli ha sempre riconosciuto e che gli riconoscerà per sempre. Ed Elio Bertocchi è destinato, come tutti i migliori ciclisti romani, a indossare anche lui la maglia della Roma. Che non è solo la maglia dell’A.S. Roma, ma la maglia della città capitale d’Italia, perché ne porta con orgoglio il nome, i colori e il simbolo. E’ così dal 1927, è così ancora oggi.